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Interno del vuoto di memoria sala del museo ebraico o Judisches Museum progettato da Daniel Libeskind a Kreuzberg Germania
(Docente di Filosofia teoretica, Sapienza Università di Roma)
L’unicità della Shoah, piantata nel cuore della storia come un punto di non ritorno, se, da un lato, sembra paralizzare il pensiero – incapace di ritrovare un senso profondo –, dall’altro costituisce l’occasione per un esercizio della ragione che, nella seconda metà del XX secolo, ha impegnato numerosi campi del sapere. La Bibbia ebraica e la riflessione compiuta dai maestri di epoca talmudica permettono di ritracciare in alcuni passaggi, come ad esempio quelli relativi al soggiorno in Egitto di Giuseppe (uno dei figli di Giacobbe), aspetti di quella pulsione totalitaria che ha raggiunto il suo vertice durante la Shoah. Ripercorrere questi passaggi biblici e talmudici significa, dunque, provare a decifrare quanto Adorno, in una lettera a Benjamin, dichiarava “una catastrofe, cioè una storia originaria”.