Clinicamente

"Ritratti e voci dalla consultazione: il valore di un incontro" di Anna Marcella Cara

Centro Consultazione Terapie Psicoanalitiche – CCTP


"Ritratti e voci dalla consultazione: il valore di un incontro" di Anna Marcella Cara
E. Hopper, “Le stanze sul mare”, 1951

 

Una donna avanti con gli anni apre dicendo “devo parlare del passato o di adesso?”. Una bambina di dieci anni entra con la madre, intanto che il padre parcheggia. È presa dall’ansia che i genitori muoiano, di stare senza mamma e papa , paura di vomitare, paura che le giri la testa. Una insegnante viene da una separazione difficile, assume psicofarmaci, pensa di essere sbagliata, manchevole, le sue relazioni si interrompono freddamente. Un giovane ragazzo esangue, chiede aiuto per le crisi di panico che lo lasciano smorto, privo di vita e sbarrano i suoi studi universitari. Sono sempre con l’adrenalina a mille, dice un suo coetaneo, che si presenta ancor prima che con il suo nome, con la sua specializzazione professionale; pensieri ossessivi lo invadono con fantasie di morte e incertezze sulla sua identita di genere. Ancora un uomo sui quarant’anni, di successo, sotto stress non riesce a dormire bene, per questo assume farmaci ma dice “non voglio fare automedicazione”. Una giovane donna, essenziale nell’aspetto, un corpo leggero, magro, sottopeso combatte con un disturbo alimentare. Ancora una giovane donna apre il suo discorso con l’etichetta “bipolare” così come la identifica lo psichiatra che l’ha inviata in consultazione. Un’adolescente, uno scricciolo, felpa nera informe in cui “affoga” -” sparisce” il suo corpo minuto; diciotto anni, l’anno della maturità e tanta angoscia sul suo futuro, presa com’è dal dilemma tra paura e contatto. Una madre il cui incipit è “non sono qui per me, per mio figlio”, figlio dodicenne che esce poco, poca vita di gruppo, tutti i pomeriggi gioca online, sta col cellulare, al computer. Una donna con un corpo sofferente, una storia di perdite e lutti, non più giovane e con una lunga esperienza di psicoterapia alle spalle, dice “vorrei un’altra strada per riannodare i fili della mia vita e fare i conti con l’orizzonte che si fa sempre più corto”.

Ritratti e voci dalla consultazione che testimoniano l’estrema variabilità della domanda delle persone che accedono al servizio di consultazione e che porta noi analisti a interrogare la nostra idea di analizzabilità.

La consultazione è uno dei momenti più rilevanti del processo psicoanalitico, il primo evento terapeutico per la persona che pone la domanda, volendo entrare in contatto con i propri bisogni e i desideri di intraprendere una terapia, tra paure e ricerca di miglioramento. Talvolta la sofferenza emerge chiara, consapevole, la richiesta è esplicita. Altre volte implicita, appare muta, non simbolizzabile. Prime mosse di un incontro molto delicato che contiene un nucleo, una traccia di pensieri e di emozioni in attesa di un ascolto per potersi dispiegare.

Sulla soglia il consultante fa una prima mossa alla ricerca di un cambiamento attraverso la cura analitica. Rappresentazioni dell’analisi e della cura alla prova della realtà di un incontro che, allo stesso tempo, interrogano l’analista sulla natura della domanda e sulla possibile indicazione terapeutica.

Uno stato d’animo di attesa e di apertura contraddistingue entrambi. 

La persona propone quello che le succede, le difficoltà, le motivazioni, le fantasie e gli eventuali dubbi a intraprendere una terapia, l'analista in ascolto facilita questo lavoro.

Si esce dalla stanza di consultazione con una prima comprensione e condivisione dei problemi portati e l’accordo per una futura indicazione terapeutica. 

La generica formula “domanda di analisi” può aprire a diverse cornici di lavoro: psicoanalisi, psicoterapia, terapia di coppia, famiglia, gruppi.
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