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La “chiave della porta delle madri”, enigmatica frase con cui Freud si riferisce all’esito del trattamento di Anna O paziente isterica di Breuer, propone tanto più oggi un interrogativo cruciale per l’analista al lavoro: la scoperta del sessuale infantile e le sue ripercussioni nella vita dell’adulto, la teoria freudiana delle pulsioni, orientano ancora la direzione della cura analitica? Non stiamo piuttosto assistendo a una progressiva tendenza della clinica psicoanalitica a sostituire il sessuale con il genere?
Modi nuovi di intendere maschile, femminile, famiglia, oltre il binarismo, attraversano in modo precipuo il discorso del cinema che tuttavia spesso e propone una narrazione della vicenda umana di cui sono protagonisti delle “povere creature”.