La nostra epoca è caratterizzata dall'espansione incontrollata della tecnica che sembra capace di oltrepassare ogni confine, fino quasi a controllare la vita ed espellere la fragilità e la malattia del corpo. In conseguenza di ciò, assistiamo alla creazione di forme sempre nuove di "ibridazioni transumane". Attraverso le nuove biotecnologie, l'ingegneria genetica, la chirurgia, e a tutto ciò che rientra nell'ampio spettro delle "neuroscienze", lo psiche/soma in cui l'inconscio si congiunge a contaminazioni tecnologiche. In questo eccesso di corpo - "L'Ultracorpo" - in cui il dettato vitale si aggancia al "brutale" funzionamento di congegni, lo psicoanalista ha probabilmente la necessità di disegnare nuove mappe di orientamento. Eppure, immersi nell'attuale pandemia, il destino dell'uomo si svela impietoso. La morte come parte e sorte della vita si mostra inevitabile come figura universale dell'umano.
Nel volume vengono raccolti i contributi presentati durante un Convegno, organizzato dal Centro Psicoanalitico di Roma che si è svolto a Roma il 18 marzo 2018. In quella sede alcuni psicoanalisti hanno esposto il loro lavoro clinico in questi territori, delineando le prospettive teoriche che da ciò si possono sviluppare. Il volume raccoglie anche le relazioni di medici impegnati nelle nuove frontiere della cura, che le tecnologie rendono oggi possibili, ed un intervento sulle tematiche bioetiche che queste comportano.
Il volume è il quinto della serie I Quaderni del Centro Psicoanalitico di Roma le cui pubblicazioni, iniziate nel 2007 per iniziativa della dottoressa Cupelloni, hanno poi trovato nuove realizzazioni a cura del dott. Gianluigi Monniello. In ogni pubblicazione, gli eventi congressuali organizzati dal CPdR, legati a temi di particolare interesse, hanno trovato la possibilità di una successiva elaborazione scritta.