Sinossi degli incontri, di Cristina Sarno
L’edizione 2022 di Cinemente “E’ solo il mondo che cambia” ha riguardato, attraverso le diverse proiezioni, alcuni degli aspetti legati all’attualità sociale, psicologica e culturale.
I film selezionati per questa Rassegna, come per tutte le precedenti, valorizzano alcune opere significative e recenti del cinema italiano, ciò è in linea con lo scopo di questo evento, che fin dalle prime edizioni, ha voluto rappresentare un punto d’incontro e di scambio tra il cinema e la psicoanalisi, all’interno della prestigiosa sede del Palazzo delle Esposizioni di Roma.
Quest’anno il primo film proiettato è stato “Marx può aspettare” di Marco Bellocchio (2021), centrato sulla storia del bellissimo e fragile gemello dell’autore, morto suicida a 29 anni.
Bellocchio affronta il tema della memoria traumatica legata a questa tragedia, attraverso un film corale e malinconico: un evocativo documento familiare. Ha commentato l’opera la psicoanalista Manuela Fraire insieme al critico cinematografico Domenico Monetti.
La seconda proiezione ha dato la possibilità di assistere a due capolavori del cinema muto italiano: “La memoria dell’altro” (del 1913, interpretato da Lyda Borelli) e “Cenere” (1916, unica esperienza cinematografica di Eleonora Duse). La serata dedicata al cinema muto, che da sempre inaugura la Rassegna, quest’anno è stata inserita come secondo evento per motivi tecnici, ma si è avvalsa, come nelle precedenti edizioni, delle riflessioni dello psicoanalista Lucio Russo e della curatrice del Centro Sperimentale di Cinematografia Maria Assunta Pimpinelli. Il Maestro Antonio Coppola ha accompagnato dal vivo al pianoforte la proiezione di questi due capolavori del cinema muto.
Il film “Favolacce” (del 2020, vincitore dell’Orso d’Argento per la sceneggiatura a Berlino) secondo film dei registi Damiano e Fabio D’Innocenzo, è stato al centro della terza serata.
La pellicola, definita “una favola nera” di straordinaria potenza è stata commentata dallo psicoanalista Sarantis Thanopulos (attuale Presidente della SPI) insieme ai registi.
Uno sguardo sull’attuale difficile situazione dei giovani è stato il tema del quarto incontro. In questo caso la proiezione ha riguardato un docufilm “Futura” (di Pietro Marcello, Francesco Munzi e Alice Rohrwacher, 2021). L’opera, che esplora che idea di futuro abbiano i giovani tra i 15 e i 20 anni, intervistati in varie regioni d’Italia, è un forte e significativo spaccato di ciò che abita l’attuale gioventù. Il commento è stato affidato alla psicoanalista Anna Nicolò in dialogo coi registi.
Il tema intimo e delicato del rapporto con la morte e la solitudine è stato sviluppato attraverso la proiezione di “Still Life” (del 2013, di Uberto Pasolini). Le considerazioni legate alle vicende di un protagonista unico e sensibile, contraddistinto da un compito molto particolare, sono state sviluppate nel commento dal regista insieme alla psicoanalista Loredana Micati.
La sesta serata della Rassegna ha riguardato il tema delle relazioni amorose. La storia difficile di due coppie che vivono i loro fragili rapporti sullo sfondo di una Roma scenografica è narrata nel film “Lasciarsi un giorno a Roma” di Edoardo Leo (girato nel 2022). L’incontro a fine proiezione ha visto il regista dialogare con la psicoanalista Tiziana Bastianini.
Venezia, con le sue contraddizioni e la trasformazione inarrestabile legata all’impatto violento del turismo, ha fatto da sfondo al tema della settima serata, centrata sulla proiezione del film “Welcome Venice” (del 2021) di Andrea Segre. Il conflitto tra i due fratelli protagonisti della pellicola muove una serie di spunti che toccano aspetti psicologici, personali, familiari, ma anche socioeconomici. Su questi temi hanno discusso lo psicoanalista Fabrizio Rocchetto e il regista.
Nell’ultima serata è stato proiettato il docufilm “Paolo Cognetti. Sogni di Grande Nord”, (del 2021, di Dario Acocella). L’opera s’interroga, sulla scia della grande letteratura americana, sul tema attuale del rapporto dell’uomo con la natura incontaminata, attraverso un percorso capace di restituire un’autentica e difficile convivenza con l’ambiente. Il regista ha discusso di questi temi con la psicoanalista Alessandra Balloni.