Cinemente – Report quarta serata di Benedetta Bigelli
nella foto: Swamy Rotolo, Fabio Castriota, Valeria Condino, Anna Nicolò.
La quarta serata della Rassegna Cinemente si è tenuta giovedì 23 maggio presso il Palazzo delle Esposizioni di Roma. È stata dedicata alla proiezione del bel film “A Chiara” dell’interessante regista Jonas Carpignano a cui ha fatto seguito uno stimolante dibattito condotto da Anna Nicolò e Valeria Condino, introdotte da Fabio Castriota. Ospite la protagonista del film, la giovane e talentuosa Swamy Rotolo.
Tema della serata è il mito di Antigone: Fabio Castriota introduce la storia della figlia di Edipo e Giocasta che sfida il potere dello Stato e sacrifica la vita per assicurare al corpo del fratello Polinice la sepoltura che Creonte, il re di Tebe, non vuole concedergli per motivi politici. Il gesto intrepido di Antigone la rende un simbolo dell’emancipazione femminile e della libertà di pensiero contro ogni sopruso esterno. Sullo sfondo del mito si intrecciano similitudini e punti di raccordo con la figura di Chiara, giovane Antigone, che sfida le leggi della famiglia e le leggi dello Stato per avvicinarsi alla verità e alla scelta di un futuro per se stessa.
Il dibattito successivo al film ha visto come spunti interessanti i temi della contrapposizione tra le leggi della famiglia e le leggi dello Stato e della complessa, se non a tratti impossibile, integrazione. Sono temi a cui è difficile dare una risposta, ma che anzi aprono a molte domande.
Un altro tema emerso è il ruolo delle donne all’interno della società mafiosa: Chiara si ribella all’adesione della madre e della sorella ad un sistema dominato da omertà e onore, ed evidenziando le distanze generazionali approda all’evoluzione del ruolo della donna, che sceglie e si differenzia.
Swamy ha generosamente raccontato quanto recitare questo ruolo abbia prodotto in lei cambiamenti profondi, confrontandola con esperienze affettive così lontane e così vicine allo stesso tempo.
Un ultimo spunto di riflessione su cui la psicoanalisi può offrire vertici di osservazione molto importanti è il tema della scelta: Chiara sceglie in primis di passare da un’adolescenza all’oscuro e all’omertà che la famiglia le richiede, alla conoscenza, al sapere “ad ogni costo”. In seconda battuta, sceglie di scappare da uno Stato, che in ragione di proteggerla, la sradica da un mondo familiare a uno sconosciuto; infine, sceglie di seguire il percorso che lo Stato le offre, si trasferisce a Urbino, stavolta, però, attuando una scelta consapevole, meditata e pensata, non passiva. Si tratta di una decisione comunque sofferta, in cui i fantasmi originari familiari la abitano e compaiono alle sue spalle, di ritorno dalla sua festa dei diciotto anni, festa che segna un passaggio simbolico importante per la ragazza. Chissà che Chiara non riesca ad integrare dentro di sé tutte queste parti: questo non è dato sapere, ma la nostra giovane Antigone lascia ben sperare.