Cultura, cinema e arte

CLINT Eastwood sul lettino di BION

Una star in chaise longue: “Sono Clint Eastwood Jr., sono un attore, regista e produttore di Hollywood”. Mi rispose con un tono apparentemente sarcastico: “In quale altro luogo si potrebbe essere tutte queste cose?”. Fonte: Espacio Psicoanalítico de Barcelona – EPBCN


CLINT Eastwood sul lettino di BION

All'inizio degli anni Settanta ero molto insoddisfatto del mio lavoro cinematografico. Nel 1969 avevo lavorato in un film musicale, intitolato Paint Your Wagon. Il film aveva venduto poco .... Ho ricevuto molte critiche e alcuni mi hanno addirittura suggerito di chiudere la mia carriera. È stato come un campanello d'allarme, e l'idea di non poter sfuggire ai film violenti con cui le persone mi identificavano mi deprimeva. Ero visto solo come una specie di cattivo ragazzo, un macho e altre brutte cose del genere.

Ne parlai con la mia amica Jane Fonda e lei mi confidò che per gli stessi motivi aveva intrapreso un'analisi e da allora la sua vita pareva avere avuto una svolta. Le chiesi chi fosse questo analista, perché dubitavo di poter trovare un buon analista qui in California. Mi disse che si chiamava Wilfred Bion ed era un analista inglese, piuttosto famoso nell'ambiente psicoanalitico, appena arrivato da noi.

Mi decisi subito a fissare un colloquio ma curiosamente, quando chiamai il numero che Jane mi aveva dato, lui mi rispose di mandargli una lettera in cui gli spiegavo perché volevo iniziare un'analisi. Lo trovai strano e mi venne la strampalata idea che volesse analizzare la mia calligrafia. Così gli scrissi con la macchina da scrivere, solo poche righe e motivazioni all'osso. Non passarono due giorni che ricevetti la chiamata che mi assegnava un'ora.

Arrivai puntuale e fui accolto da un uomo molto serio, credo sulla settantina, della mia stessa altezza (1,93 cm). Era vestito all'inglese, con una giacca beige chiaro, una camicia bianca e un papillon blu. Mi indicò una sedia mentre si sedeva sulla sua poltrona, un lettino marrone chiaro alla sua destra. Lo guardai e notai che le sue folte sopracciglia si sollevarono quando mi chiese: “Lei che diavolo ci fa qui?”

Mi sembrò opportuno dirgli di nuovo: “Sono Clint Eastwood Jr., sono un attore, regista e produttore di Hollywood”. Rispose con un tono apparentemente sarcastico: “In quale altro luogo si potrebbe essere tutte queste cose?”. Rimasi un poco in silenzio cercando di decidere dove andare e lui ruppe il silenzio chiedendomi: “Ha pensato di fare qualcos'altro nella vita?”

Confesso che quella domanda mi spaventò e allo stesso tempo mi rese felice. Nella mia lettera non avevo menzionato le motivazioni all'analisi che riguardavano il lavoro. Risposi: “Beh, per questo sono qui. Penso che dei conflitti – ma non so quali di preciso – mi facciano fare questa domanda”. Ma poi non resistetti a quella che sembrava essere una divinazione e dissi che mi era venuta in mente l'immagine dell'ispezione che si effettua negli aeroporti con il metal detector. Disse, alzando di nuovo il sopracciglio: “È molto importante per l'analisi che le sia venuta in mente questa immagine. Ha a che fare con la libertà e la sicurezza. La lascerò passare dalla mia ispezione e intraprendere l'analisi con me. Ma passeremo la sua di ispezione? Non possiamo saperlo, solo il tempo ce lo dirà”.

Qualunque cosa avesse detto, sentii che in quel momento la mia analisi era iniziata. Mi trovavo di fronte una persona sensibile e riflessiva, alla quale potevo dire ciò che volevo. “Dottor Bion, grazie di avermi accolto. Ho sempre pensato che il cinema mi desse libertà, perché mi occupo di immagini visive e musica. Farò tutto il necessario per aiutarmi”. Disse: “Continui a essere sincero e a dire qualunque cosa le venga in mente. Non si preoccupi di urtare la mia sensibilità o di altro. Ci dedicheremo all'incontro con Clint Eastwood”. Poi si prese una pausa e concluse: “Junior”.

Rimasi di nuovo molto colpito dalla sua sensibilità e dissi quel che avevo pensato poco prima: “Ma lei legge i pensieri? Se li legge saprà che ho pensato che, oltre a essere sensibile, lei è un vero pensatore”. “Osservi meglio Clint ... Posso chiamarla Clint? Entrambi stiamo pensando e analizzando liberamente l'un l'altro. C'è un punto fra noi che è impossibile dire a chi appartenga. Quel punto, di cui non sappiamo nulla, è dove può avvenire un'evoluzione”.

Rimasi in silenzio pensando: “Ecco... devo sopportare di non sapere come prendere le decisioni giuste nella mia vita. Devo tollerare questo appuntamento con le mie incertezze”. Ma il nostro colloquio era finito, lo disse indicando il suo orologio. Dato che mi piacciono gli orologi, identificai subito la marca inglese Burberry. Guardai l'orologio ed erano passati 45 minuti. Prese l'agenda da un tavolo accanto a lui e mi chiese se potevo tornare lunedì alle 13:00. Risposi che l'orario andava bene, ma rimasi molto agitato.

Qualche tempo dopo, parlandone con lui, lo sentii dire qualcosa che mi incuriosì assai: “Si tratta di una tempesta emotiva derivante dal contatto tra noi due. Accade con chiunque si permetta di esporre la sua personalità, la sua mente, la sua anima o qualunque nome nome gli si voglia dare. Non vi è attività in cui ciò accada più che in analisi. È un brutto affare da cui proviamo a trarre qualche profitto”.

Fu un punto assurdamente fondamentale nella mia analisi. Trarre un profitto dai brutti affari implicava prendere decisioni in cui dovevi tenere alcune cose ed eliminarne delle altre per continuare a creare.

Sono entrato in politica per un po' assumendo la carica di sindaco della città di Carmel. Le mie attività divennero così negli anni, stavo migliorando e mi assumevo il rischio di fare cattivi affari, ma che hanno dato i loro frutti. Affrontando la mia tristezza, ho scoperto che cosa fosse la felicità. Osservando la mia ignoranza, ho scoperto che cosa significasse essere saggi. Ho scoperto la mia delicatezza vedendo la mia violenza.

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Ho riassunto tutto questo in una recente conversazione che ho avuto con Toby Keith, che è mio amico e cantautore, con cui gioco a golf. Gli ho detto che la settimana successiva avrei compiuto 88 anni e lui mi ha chiesto che cosa avrei fatto. Ho risposto: sto per iniziare a fare un film. “Ma come fai?”, mi disse, come a criticarmi per essere lì a fare progetti stressanti a quell'età. Gli ho risposto: “Non lascio entrare il vecchio” ... Pare che la mia risposta abbia generato una di quelle turbolenze di cui parlava il dottor Bion. Toby ha composto la musica per il mio film The Mule. Mi manca così tanto il dottor Bion.

Traduzione italiana di Davide Rosso e Gabriele Cassullo.



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