IL VOLUME NASCE DALL'ESPERIENZA DEL CONVEGNO INTERCENTRI (CPdR- CMP- CPF) “Attualità di Freud a cent’anni dall’Io e l’ES” SVOLTOSI IL 2 DICEMBRE 2023
Abbiamo ritenuto significativo tornare a riflettere su di un testo quale L’Io e l'Es considerandolo come una fondamentale radice teorica di numerose declinazioni di ricerca della psicoanalisi contemporanea. L’Io e l’Es è uno scritto che sollecita ipotesi e anticipazioni in molte direzioni, divenute poi centrali nella ricerca psicoanalitica successiva. Solo enumerando alcune delle questioni che il testo apre, si può cogliere l'ampiezza delle traiettorie proposte a partire dalla definizione delle differenti tipologie di inconscio, compresa la dissociazione tra rimosso e inconscio e le differenti modalità di accedere alla coscienza. Esistere allo stato inconscio e divenire conscio, cioè passare attraverso il sistema percettivo, sono aspetti molto diversi per il contenuto e per l’affetto. Se il primo si lega al linguaggio, il secondo può facilmente cortocircuitarlo (Green, 1973).
Un Io capace di scindersi in ragione dei numerosi precipitati identificatori è una ulteriore traccia, peraltro molto antica nel pensiero di Freud, il quale già nel 1897 affermava: “Molteplicità delle personalità psichiche”. Il fatto dell’identificazione permette di prendere questa frase alla lettera. “La capacità sintetica dell’Io”, ci appare scontata. In realtà non è così. La base della nostra struttura psichica è molteplice. È il corpo ad assumere maggiore centralità nella seconda topica. “L’Io è in definitiva derivato da sensazioni corporee…” (Freud, 1892-1899 pp. 297-298).
L’Io formato dai precipitati identificatori assumerà una nuova possibilità, in ragione della propria capacità fissile, ad anticipare La scissione dell’Io nel processo di difesa (1938), in cui Freud evidenzia la scissione dovuta al diniego e successivamente, nel Compendio di Psicoanalisi (1938) metterà in luce che la rimozione non ha alcun ruolo in questo caso: L’Io infantile sotto il dominio del mondo esterno reale, liquida le pretese pulsionali sgradite mediante le cosiddette rimozioni. Completiamo ora (questa tesi) con l’ulteriore constatazione che l’Io in questo stesso periodo si trova abbastanza spesso nella condizione di doversi difendere da una richiesta penosa che il mondo esterno gli pone, “ciò che gli riesce con il (rinnegamento) delle percezioni che gli rendono nota questa pretesa della realtà” (Freud, 1938 pp. 630). (CONTINUA A LEGGERE )