La guerra distrugge i fondamenti della convivenza e del riconoscimento dell’altro, la persona diviene preda o predatore. Perso ogni principio di realtà, ognuno è solo. La guerra è una tempesta emotiva furiosa toglie spazio alle altre funzioni della mente e minaccia di collasso la pensabilità, entra nella mente colonizzando l’immaginario e il linguaggio pubblico con capacità di mobilitazione e contagio fulminea. Wotan si sveglia, l’ospite furioso dormiente radicato nell’inconscio collettivo (Jung1936), è pronto a uscire dalla sua caverna quando suona il corno di guerra, mobilitando e distruggendo i fondamenti della convivenza. L’infinita potenza del negativo stana gli istinti primordiali.