Secondo incontro del Ciclo.
"Dare forma all’informe: dalla matrice sensoriale alla rappresentazione di parola"
di Benedetta Guerrini Degl’innocenti
Gli psicoanalisti si trovano oggi a svolgere la loro funzione anche con pazienti che per lungo tempo avevano considerato inaccessibili alla terapia psicoanalitica, pazienti che presentano forme psichiche eterogenee che possono essere caratterizzate da una pervasiva mancanza di strutturazione e organizzazione e da una difficoltà pressoché totale a costruire rappresentazioni degli stati interni che possano essere messe in parole. Il lavoro analitico in questi casi si fonda su un ascolto “con tutti i sensi”, che possa intercettare stimoli sensoriali, emotivi e ideativi in grado di alimentare la potenzialità figurativa inconscia del dispositivo analitico, e su di un vero lavoro di tessitura delle condizioni di rappresentabilità, che passa attraverso la recettività contro-transferale dell’analista e le sue capacità di contenimento e rêverie.
Mostrerò come la funzione contenitiva e digestiva della mente dell’analista, che verrà illustrata nel materiale clinico, sia espressione di un uso del controtransfert fatto di assimilazione, metabolizzazione e trasformazione intra-psichica, più che di disvelamento e di messa in comune col paziente, per tutto il tempo necessario a che le capacità simbolico/rappresentative siano riattivate e un’alfabetizzazione diventi possibile.
Le estensioni del metodo psicoanalitico come sfida: la prospettiva della Bion Field Theory.
di Fulvio Mazzacane
Il dibattito sulle estensioni del metodo psicoanalitico potrebbe avere aspetti paradossali, e come tutti i paradossi sono lì per stimolare il pensiero e il confronto, non tanto per essere risolti. Confrontarsi con le esperienze che facciamo è parte di una “manutenzione ordinaria” della nostra Società e del nostro essere psicoanalisti. La domanda che ci poniamo è: cosa possiamo togliere (o aggiungere) dal nostro patrimonio teorico e tecnico senza che l’esperienza psicoanalitica cambi così sostanzialmente da non poter più essere definita tale? Quanto ampio può essere lo spettro di significato di alcuni concetti cardine (setting, inconscio, interpretazione). In termini bioniani: quali sono gli aspetti dell’oggetto (la Psicoanalisi) che devono rimanere sostanzialmente inalterati nonostante le trasformazioni (devono essere invarianti), perché funzionino come stabilizzatori dell’oggetto?