Internationale Zeitschrift für Ӓrtzliche Psychoanalyse
25 dicembre 1914
Vienna
Caro dott. Jones,
la Sua lettera è arrivata proprio la vigilia di Natale e, come i Suoi precedenti tentativi di mantenere i contatti, mi ha fatto molto piacere e mi ha commosso. Grazie alla gentilezza del dott. van Emden, Le ho risposto più volte, e finora non avevo avuto prova che avesse ricevuto le mie risposte. Ma se Lei non riceve le mie risposte come posso farLe sapere che non è colpa mia?
Di questi tempi è difficile sbrogliare la questione della traduzione del mio articolo storico. Ora credo finalmente di aver capito che cosa è accaduto. Naturalmente, Brill era sospettoso e Jelliffe un bugiardo come sempre. Ma penso che anche Lei abbia un po' modificato il Suo atteggiamento verso la "ΨΔ Review". Nell'insieme a me non importa né dove appare la traduzione, né chi la fa, purché venga fatta. Naturalmente non ho mai voluto impormi su Brill, e di conseguenza ho lasciato a lui ogni decisione.
Non mi illudo che il fiorire della nostra scienza non sia stato ora bruscamente interrotto, so che ci stiamo avvicinando a un brutto periodo, e che può essere soltanto questione di conservare un barlume del fuoco nei focolari individuali fino a che un vento favorevole non gli consentirà di divampare di nuovo. Ciò che Jung e Adler hanno lasciato intatto del movimento sta ora morendo nella guerra tra nazioni. Non si può mantenere il Verein così come qualsiasi altra cosa che si chiami internazionale. Le nostre riviste sono destinate a finire; potremmo riuscire a continuare con lo "Jahrbuch". Tutto ciò che volevamo coltivare e di cui volevamo avere cura, dobbiamo lasciarlo andare per la sua strada. Naturalmente non ho alcuna paura dell'esito finale della causa, cui Lei è devoto in modo così commovente, ma il futuro prossimo, che solo può essere d'interesse per me, mi sembra disperatamente oscuro e non incolperei nessun topo che vedessi abbandonare la nave in procinto di affondare. Sto cercando ora di mettere insieme, in una specie di sintesi, ciò che posso ancora offrire, un lavoro che ha già portato molto di nuovo ma che viene purtroppo disturbato dalle oscillazioni dell'umore.
Lei scrive che la Sua "operazione" avrà luogo alla fine di questa settimana. Naturalmente non so che cosa intende dire e deduco che una lettera sia andata perduta; ma a giudicare dal Suo tono, non può essere grave. Come può immaginare, la mia pratica medica si è ridotta a un minimo di due o tre sedute al giorno. Non ho mai fondato una vera base a Vienna; la maggior parte di coloro che vorrebbero venire non possono farlo. Questa limitazione è in effetti ciò che trovo più difficile da sopportare perché negli ultimi vent'anni sono stato abituato a lavorare molto e non posso assolutamente usare più di una frazione del mio tempo libero per scrivere.
Stranamente non ho saputo niente da Putnam; Trigant Burrow mi ha recentemente offerto rifugio nella sua casa di Baltimora!! Pfister scrive di tanto in tanto, ha lasciato Zurigo ma non si è unito a noi, e in questo momento non sono dell'umore adatto per ospitare i titubanti e i poco convinti. Credo che gli altri svizzeri si renderanno presto conto che ora non c'è la possibilità di far soldi con la ΨΔ, e indirizzeranno altrove il loro lavoro. Se non fossimo stati viziati dagli anni di trionfo, potremmo accontentarci del presente stato di cose.
Non appena il clamore della guerra sarà passato e sarà nuovamente consentito viaggiare, dobbiamo organizzare di incontrarci da qualche parte. Ma quando sarà possibile? Al momento non se ne ha neppure il barlume di un'idea. Un simile incontro privato forse significherà un nuovo inizio della nostra attività pubblica, ma in ogni caso la fine di ciò che abbiamo fatto finora.
Saluti cordiali a Lei, e grazie da parte della mia famiglia per i Suoi gentili auguri. Rimanga irremovibile fino a quando ci incontreremo di nuovo.
Suo
Freud
Sigmund Freud "Epistolari. Corrispondenza con Ernest Jones I - 1908-1920" - Bollati Boringhieri - [pag. 396]