Cultura, cinema e arte

Frammenti di un discorso veneziano, (quasi) cronaca dalla Mostra del Cinema - di Chiara Buoncristiani e Flavia Salierno

La 79° mostra del Cinema e quel vento di incertezze che attraversa realtà e finzione: dalla post-apocalisse una nuova tensione esistenziale


Frammenti di un discorso veneziano, (quasi) cronaca dalla Mostra del Cinema - di Chiara Buoncristiani e Flavia Salierno

L’associazione è inevitabile. Subito prima l’applauso a “White noise”, il film che apre la 79° Mostra del Cinema di Veneiza sul bisogno di catastrofi della società contemporanea. Un attimo dopo l’applauso al messaggio di Zelensky. Subito prima le esplosioni e l’apocalisse spettacolarizzate come metafora della ricerca di un’eccitazione che faccia da psicofarmaco. Subito dopo il leader che sta combattendo una guerra (anche) a colpi di spettacolo e guerriglia informativa.

C’è vento forte quest’anno al Lido. Come lenzuola a sventolare, al bar ci si incontra e ci si fanno domande sull’aria che si respira. A guardare i film in successione, come sfogliando rapidamente una rivista, c’è tanta tensione esistenziale nelle pellicole, come se il post apocalisse (Covid) e il pre-catastrofe (guerra, climate change) avessero scatenato una fioritura di questioni filosofiche. Sulla verità della realtà in cui siamo immersi quotidianamente, nel piccolo e nel grande; sulla natura autentica delle relazioni intime: su dove stiamo andando.  

“Cronaca Falsa di Alcune Verità”, cita il sottotitolo di uno dei film più attesi di quest’anno. A dimostrazione di come il confine, mai netto, tra verità e falsità, si stia perdendo nei meandri del futuro apocalittico. Il cinema lo mostra, e la Mostra del Cinema lo dimostra. Nella buriana delle incertezze. Quelle umane, ma anche quelle del cinema stesso. Dove ci si chiede se tutto sia stato detto, o non ci sia più nulla da dire. La proliferazione compulsiva di film e serie vanno a rimpinguare continuamente lo sguardo perso nel vuoto di chi cerca affannosamente di riempirlo. E per questo non è mai pienamente contento. Quest’anno la passerella è finalmente aperta, malgrado e dopo il covid, ma il red carpet lamenta la sfilata vera, di veri contenuti. Sissignori, questo è il clima che si respira, malgrado, a volte, la mancanza di ossigeno vero. E qui da Venezia 79, per ora, è tutto. 

Le recensioni:

“Bones and All” di L. Guadagnino. Recensione di F. Salierno

"Un Couple", gli occhi di Sofia Tolstoj e quelle domande sul senso di una vita - di Laura Cavaliere

l festival di Venezia debutta con White noise, quel rumore bianco da cui non si può uscire - di Chiara Buoncristiani

“Bardo, falsa crònica de unas cuantas verdades” di A. Gonzàlez Iñárritu. Recensione di F. Salierno

“Athena” di R. Gavras. Recensione di C. Buoncristiani



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