Il numero è previsto in uscita a fine giugno.
Il lavoro analitico è traduzione. Non si tratta di ricostruire ciò che è già stato e si è conservato, né di ritrovarne la forma originaria.
Ha come suo presupposto di occuparsi di resti che non sono affatto inerti, che non stazionano in un sottosuolo preistorico e che non si possono maneggiare come fossero cose. Alla figura archeologica dello scavo l’esperienza dell’analisi sostituisce quella della traduzione.