a Marie Bonaparte
Vienna IX, Berggasse 19,
6 dicembre 1936
Mia cara Marie,
ho ricevuto le Sue cartoline da Atene e il Suo manoscritto su Topsy. Mi è molto caro, ed è commovente nella sua sincerità e autenticità. Non è un lavoro analitico, ma l'impulso verso la verità e il sapere, proprio dell'analista, si sente anche in questa creazione.
In realtà le ragioni per cui si può voler bene con tanta singolare intensità a un animale come Topsy (o Jofy), sono la simpatia senza ambivalenza, la semplificazione della vita, - liberata dal conflitto difficilmente sopportabile con la civiltà, - la bellezza di un'esistenza in sé compiuta. E, nonostante l'eterogeneità dello sviluppo organico, il sentimento di un'intima parentela, di una incontestabile affinità. Spesso nel carezzare Jofi mi sono sorpreso a mugolare una melodia che io, uomo assolutamente non musicale, ho dovuto riconoscere come l'aria dell'amicizia del Don Giovanni.
E se Lei, nella Sua giovinezza di cinquantaquattro anni, non riesce ad evitare di pensare così spesso alla morte, si meraviglierà se io, a ottanta anni e mezzo, mi sto lambiccando per sapere se vivrò quanto mio padre e mio fratello, o se arriverò all'età di mia madre, tormentato dal conflitto tra il desiderio di pace e l'angoscia per nuove sofferenze che comporta la prosecuzione della vita, da una parte, e il dolore anticipato, dall'altra, della separazione da tutto quello a cui si è ancora legati?
Affettuosi saluti a lei (e aTopsy)
dal Suo Freud
Sigmund Freud, "Epistolari. Lettere alla fidanzata e ad altri corrispondenti,1873-1939"