L’incontro, aperto e gratuito, sarà solo da remoto. Ci si potrà connettere online dalle 21.00, l’incontro inizierà alle 21.15
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Gli autori affrontano il tema dell’uso degli psicofarmaci nei minori, che aprono una serie di scenari riguardanti le nostre conoscenze e dobbiamo fare uno sforzo per associare, porre in posizione dialogica, coglierne i più reconditi significati, affrontare certe questioni, non soltanto di carattere medico, ma anche di carattere etico e morale, in un’ottica evolutiva usando però sempre lo strumento a noi più congeniale, quello psicoanalitico. Attraverso la presentazione delle loro esperienze cliniche si propone il tema della coesistenza del trattamento farmacologico all’interno della terapia analitica. Ciò comporta, inevitabilmente che il setting del processo analitico risulti enormemente più complesso. Il suggerimento è che, tale complessità, quando inevitabile per la gravità del livello cinico del paziente, sia da inscrivere nel setting che, come non-processo, è chiamato a permettere il processo analitico. Si sottolinea l’importanza che l’intervento di un farmacologo, non necessariamente analista ma che abbia una sensibilità analitica, debba risultare una necessità al fine che l’allargamento del setting permetta un processo altrimenti impossibile. E’ necessario che il farmacologo rimanga sullo sfondo e sostenga la funzione del trattamento analitico centrale.