Anche quest’anno lo sguardo psicoanalitico sarà presente alla 80° Mostra Internazionale del Cinema di Venezia. Occhi puntati sul l’inconscio e sui grandi schermi delle sale del Lido. Quello che già li colpisce, è lo sciopero di attori e sceneggiatori che imperversa ad Hollywood rendendo la presenza di molti impossibile. Dopo circa 100 giorni ancora non si trovano accordi tra tutti quelli che di cinema vivono e la grande industria cinematografica che diventa sempre più complessa. L’aria che si respira da lontano è questa, ma non solo. Più da vicino, infatti, c’è quella di guerra che arriva coi suoi venti di uragano. Non a caso “Comandante”, di Edoardo De Angelis, è il film di apertura. La storia di Salvatore Todaro, comandante di sommergibili della Regia Marina che durante la Seconda Guerra Mondiale andò contro gli ordini del suo comando per portare in salvo i 26 uomini che avevano provato ad affondarlo. E poi ancora il senso di una denuncia della violenza diversa, quella della disuguaglianza tra chi ha e chi non ha. Qualcosa che va oltre la disparità economica e che rischia di diventare diritto o non diritto a esistere rispetto a un mondo di sfruttati. E così la fiaba grottesca e spietata de El Conde, di Pablo Lorrain, dove il regista racconta il vampirismo, autentico furto e risucchio di energie vitali, di Pinochet nei confronti del suo popolo. E ancora gli interrogativi sulla mutazione in corso, attraverso il mito di una figlia di Frankestein che si emancipa come soggetto non più artefatti, in Poor things. E gli interrogativi esistenziali di Liliana Cavani: la regista esplora l’Ordine del tempo, un ordine illusorio, dietro il quale il mondo di oggi scorge l’angoscia della fine, la paura dell’apocalisse, tutto diventa esigenza di autenticità nelle relazioni e nei legami intimi. La Mostra del Cinema è anche protesta, l’arrivo di Woody Allen, con le sue vicende private, ha acceso l’azione, non solo femminista, contro la violenza sulle donne. Insomma, la Mostra del Cinema è da sempre uno specchio della situazione attuale, sociale, ma anche psicologica. Della settima arte, ma anche di un mondo attuale che, come ogni epoca, ha le sue contraddizioni.
Chiara Buoncristiani e Flavia Salierno