Giovedì 17 novembre 2022, ore 21:00- 23:15
FRANCESCO BURRUNI ne discute con LORENZO IANNOTTA
L’azione omicida compiuta da un adolescente, da solo o in gruppo, è un evento complesso e drammatico. L’impatto dell’incontro e del lavoro con queste ragazze/i è potente, talvolta violento, sempre capace di scuotere, interrogare punti di vista, aprire percorsi di cambiamento. Le domande con cui lo psicoanalista si confronta implicano aspetti spesso contraddittori: il ragazzo o la ragazza che ha ucciso è diverso/a dagli altri suoi coetanei? Se lo è, in che modo? Ma poi, dopo averlo conosciuto, ad un certo punto anche la domanda: chi potrebbe mai immaginare che questa ragazza/o ha fatto quello che ha fatto?
In adolescenza, più che in altre età della vita, è forse meglio parlare di azione omicida – e non di una personalità omicida – perché ciò permette di pensare alla possibilità che dietro una azione così estrema possa non esservi solamente una particolare configurazione psicologica, ma si possa immaginare un modello di lettura di tale azione nel quale il funzionamento mentale dell’adolescente è solo uno dei diversi fattori in gioco.