Laura Ambrosiano e Antonello Correale
Intendo proporre alcune aree: a) infantilizzare il paziente è un rischio sempre presente, infatti sembra difficile tenere insieme bisogno e desiderio sessuale, la sensazione per il paziente è che uno dei due deve sparire, forse anche per l’analista? Pulsione di sopravvivenza e pulsione sessuale, come tenerle presenti entrambe? In qualche modo, in questi ultimi decenni, sembra permearci una sorta di ideologia che ci induce a sostare volentieri nella stanza dei bambini, piuttosto che avvertire la conflittualità drammatica che emerge da queste domande che sono del paziente come dell’analista.
b) Spesso, guardando quello che scriviamo, o il modo in cui organizziamo l’esperienza clinica dopo la seduta, si ha l’impressione che la nostra attenzione sia prevalentemente rivolta a quello che il paziente è in grado di ricevere. Ma incorporare, introiettare, assimilare, identificarsi, sono operazioni che avvengono in modo naturale tanto più noi riusciamo a cogliere quello che il paziente porta, quello che offre. Riconoscere ciò che il paziente offre provvede a rifornirlo di quell’ancoraggio narcisistico1 indispensabile per lo sviluppo
In un recente bel lavoro di Nelly Cappelli veniva citato Freud a proposito dei “pensieri indomati”.
I pensieri indomati secondo Freud sono esperienze penose, difficili da elaborare, capaci di determinare contraddizioni nel soggetto, spesso addirittura traumatiche. Queste esperienze vengono allontanate dalla coscienza, attraverso uno spostamento su un oggetto sensoriale o una ideologia, cioè un sistema di pensiero astratto e onnicomprensivo.
Tale spostamento determina a sua volta una fissità, una immobilità e si installa nel soggetto in modo stabile e ripetitivo.
I nostri pazienti attuali soffrono più di prima di queste fissità, spesso mascherate da uno smarrimento apparente.
Anche il collettivo è affetto da rigidità e fissità, più che da un apparente “liquidità”.
È necessario un linguaggio ricco di corporeità e sensorialità, per rompere questa fissità, spesso mascherata da idealizzazione e astrazione.