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MULTIVERSI, prima collana di libri multimediali del Centro Psicoanalitico di Roma (SPI) Famiglie omogenitoriali: il benessere psicologico dipende dalla qualità del legame tra genitori e figli/e


MULTIVERSI, prima collana di libri multimediali del Centro Psicoanalitico di Roma (SPI)  Famiglie omogenitoriali: il benessere psicologico dipende dalla qualità del legame tra genitori  e figli/e

“Oltre quarant’anni di ricerche empiriche concordano che bambine e bambini cresciute/i in famiglie omogenitoriali presentano percorsi di sviluppo psicologico socio-emotivo e cognitivo paragonabili a loro coetanee e coetanei cresciute/i in famiglie tradizionali”.

Lo scrivono Laura Porzio Giusto e Nicola Carone in “Different Thoughts – Riflessioni su sessualità e genere” (https://centropsicoanaliticodiroma.it/different-thoughts-riflessioni-su-sessualita-e-genere-1), volume a cura di Valeria Condino, Alex Fortunato e Leonardo Spanò e primo numero di Multiversi, la collana digitale che il Centro Psicoanalitico di Roma (CPdR) dedica alle sfide del mondo contemporaneo.
“Genitori omosessuali possono essere buoni o cattivi genitori quanto quelli eterosessuali.” – continua il testo – “A fare la differenza sarebbero le capacità di esercitare funzioni (genitoriali) quali, prendersi cura,  essere responsivi, fornire sicurezza e protezione, negoziare i conflitti, insegnare il senso del limite, entrare in risonanza/sintonizzazione affettiva, garantire processi di regolazione emotiva, provvedere al raggiungimento delle tappe evolutive, svolgere funzioni significanti”. Questi risultati hanno spinto le maggiori associazioni nazionali e internazionali di medici e psicologi a prendere posizione, tra cui l’American Psychoanalytic Association che nel 2012 ha rilevato che “è nell’interesse del bambino sviluppare un attaccamento verso genitori coinvolti, competenti e capaci di cure. La valutazione di queste qualità genitoriali dovrebbe essere determinata senza pregiudizi rispetto all’orientamento sessuale”.
Il Centro Psicoanalitico di Roma è tra le avanguardie della prestigiosa Società Psicoanalitica Italiana e spinge la ricerca psicoanalitica verso le forme del soggetto contemporaneo. Forme che, per esempio, non possono più separare il biologico dalla dimensione culturale, il corpo incarnato e il corpo simbolico, il politico e lo psichico. Occorre “pensiero audace”, scrivono i curatori del volume Different Thoughts, nato “da un vivace interesse che da tempo condividiamo all’interno dello spazio del nostro percorso istituzionale verso la teorizzazione queer e intorno alle questioni che attengono al genere e alla sessualità, e che ci ha fatto domandare come queste si possano articolare alla riflessione psicoanalitica, convinti come un dialogo tra queste discipline e questi saperi possa allargare e produrre nuovi orizzonti di riflessione.
Ci piace pensarlo – nelle parole di Condino, Fortunato e Spanò – come una tappa, uno snodo all’interno di una riflessione che ci auguriamo ancora lunga.”
In questo caso la riflessione serve a decostruire il dibattito sulle famiglie omogenitoriali. La costruzione mediatica e ‘ideologica’ vede, infatti, (presunte) condizioni dannose per la crescita di bambini e bambine, di fatto “oscurando la possibilità di comprendere la realtà di queste famiglie, e di guardare i dati delle ricerche scientifiche”, sottolineano Porzio Giusto e Carone. 
“È necessario sottolineare l’eterogeneità delle componenti psicosessuali” dice Tiziana Bastianini, presidente del CPdR, “e le variazioni del loro destino, per comprendere i rapporti tra affetto, sfera corporea e quella psichica”. Bastianini ricorda che “la sessualità allargata in senso freudiano, in primis la psicosessualità infantile, inconscia ed incarnata, al di là della differenza tra i sessi, non mera dimensione biologica dunque, è il paradigma della ricerca e dell’esplorazione che può trasformare qualsiasi funzione o luogo del corpo in zona erogena secondo la spinta della creatività inconscia del soggetto”. Per il bambino il “territorio di esposizione all’adulto nutre e protegge all’origine della vita e contemporaneamente attiva desiderio e piacere e dunque ci espone ad una dipendenza totale”. Secondo questa linea di pensiero tutto questo “ci decentra e ci espone all’altro del cui sguardo, riconoscimento, amore, abbiamo necessità primaria”. Inoltre, ci aiuta a comprendere come l’altro a cui ci riferiamo è un altro complesso. Non semplicemente “il genitore” ma un soggetto che porta “una storia, un orizzonte futuro, una posizione all’interno di una rete di concatenamenti. L’altro, dice ancora Bastianini, è “l’interlocutore di una complessa catena di investimenti, identificazioni, desideri, che solo fortuitamente e provvisoriamente si inscrive nella diade bambino-genitore”. 



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