Quaderni del Centro Psicoanalitico di Roma n.3
L'IMPRONTA DEL TRAUMA
Sui limiti della simbolizzazione
Scritti di: T. Bastianini, C. Beebe Tarantelli, S. Bolognini, P. Cruciani, P. Cupelloni,
P. De Silvestris, M.G. Fusacchia, E. Gaburri, C. Genovese, A. Giannakoulas,
A. Luchetti, G. Maffei, A. Pascale, L. Russo, S. Thanopulos
Questo Quaderno del Centro Psicoanalitico di Roma, sezione locale della Società Psicoanalitica Italiana, propone a più voci una riflessione ed un confronto su una specifica questione: la simbolizzazione del trauma nell'epoca del traumatismo diffuso.
Oggi un clima culturale violento e condiviso permea di traumatismo ogni forma di relazione. Tragicamente la realtà del trauma si impone violenta e orrorifica, incide sulle funzioni rappresentazionali, individuali e collettive, e informa in modo nuovo la relazione tra reale e psichico.
L'evento traumatico non è solo un evento isolato, che può capitare, ma si presenta come un clima diffuso, a stento arginabile, un sistema comunicazionale, un modello culturale. La brutalità del trauma lascia un'impronta nella vita psichica di ogni soggetto, a volte prima ancora che questi abbia la possibilità di simbolizzare, a volte costringendolo a ripristinare un ordine simbolico nuovo perché quello costituito viene attaccato e perso.
Nelle situazioni gravi il trauma rimane fuori dalla capacità di rappresentazione e di pensabilità, fuori dalla sfera dell'Io, e lascia un'impronta, un "oggetto psichico residuale", connotato di morte, che distrugge l'organizzazione psichica acquisita. Produce una destrutturazione interna e ridetermina l'assetto identitario. Si costituisce allora nella vita psichica del soggetto traumatizzato un'area chiusa che potrebbe far pensare alla condizione del "musulmano" di cui parla Primo Levi, una figura viva-morta che include un grumo psichico asimbolico in cerca di nuova espressività.
Se lo spartiacque traumatico, il dopo di un evento che tutto cambia e che tutto risignifica, consente di sopravvivere alla vita precedente, esperienza oggi sempre più frequente, è necessario che gli psicoanalisti ripensino la morte e la vita con funzioni psichiche diverse da quelle del lutto. I testi qui raccolti costituiscono un'occasione di confronto scientifico tra analisti di impostazione diversa per mettere al lavoro la teoria e i diversi modelli psicoanalitici sul trauma rispetto alle nuove forme di patologia e dei sofferenza psichica.
Ed. Gli Sguardi Franco Angeli 2009