Quaderni del centro Psicoanalitico di Roma

Quaderni del Centro Psicoanalitico di Roma n.4


Quaderni del Centro Psicoanalitico di Roma n.4

Quaderni del Centro Psicoanalitico di Roma n.4

INTENDERE LA VITA E LA MORTE
Apporti psicoanalitici alle tanatofilie e alle tanatofobie del vivere quotidiano

Scritti di: J.C. Ameisen, M. Badoni, F. Castellet y Ballarà , A. Correale, F. De Masi,
G. Monniello, L. Preta, R. Roussillon, M. Vigneri

Questo Quaderno del Centro Psicoanalitico di Roma, sezione locale della Società Psicoanalitica Italiana, raccoglie le riflessioni di diversi Autori sui limiti della rappresentabilità della morte e sul rischio di letture superficiali, almeno in termini di economia di lavoro psichico, quale approdo del mondo occidentale contemporaneo. Le forme attuali di conoscenza che l'impatto della morte sula vita fornisce allo psichismo sono esplorate e interrogate.
La considerazione del limite di rappresentabilità della fine della propria vita può arricchire o psichismo, dispiegare gli investimenti libidici, aprire alla creatività o inibire e sgomentare fino all'annichilimento.
L'attuale diffusa sofferenza narcisistica nelle sue varie espressioni comporta, per il pensiero, limitata capacità di elaborare il distacco, rischio di accostarsi alla morte reale e fantasmatica con funzioni rappresentative e di simbolizzazione poco stabili. L'immaginario si impoverisce e il confronto con tale ineludibile esperienza umana non può che essere, in varie forma, rifuggito o svolgersi in economia. Così diventa spesso insostenibile fronteggiare i sentimenti di mortificazione, vissuti come vere e proprie minacce di morte, o vivere come stimoli le frustrazioni e gli insuccessi. Il tempo dell'elaborazione necessaria manca e si fa spazio la tendenza ad agire in maniera compulsiva nel reale, privilegiando il percettivo, negando o dissociando il peso e la complessità del lavoro psichico.
Si è così sollecitati  ad alimentare soluzioni che protraggono funzionamenti della mente e che possono allora essere caratterizzati dalla temporalità e dall'onnipotenza infantili. Tali soluzioni difensive trovano facile alimento e appoggio su un corpo che sembra ora resistere al tempo e all'invecchiamento. Il corpo diviene oggetto di manipolazioni e la sua connaturata funzione di segnatempo è minimizzata o parzialmente messa a tacere.
Restano, a ricordare la via da percorrere, i naturali limiti del pensiero del bambino e dell'adolescente nell'elaborazione del lutto; spesso però tali limiti non trovano nel mondo adulto adeguate risposte da offrire ai loro psichismi in crescita.

 Ed. Gli Sguardi Franco Angeli 2010



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