A cura di Dana Scotto di Fasano, con il contributo di Tito Baldini, Donatella Lisciotto, Arianna Salerno, Viviana Centorrino.
La mattina dedicata alla visione e poi alla discussione di “Raggi nelle tenebre. Ovvero come distruggere una psichiatria riabilitativa” è letteralmente volata!
Nonostante Stefano Bolognini fosse vessato dal Covid, Donatella Lisciotto tesa e contesa tra iniziative nobili, com’è nello stile di Psicoanalisi e Sociale e in esso di Sallo, avevamo nel sangue la storica locuzione baldiniana "andiamo in meta!" e ce l’abbiamo fatta! L’incontro ha preso il via con un "Tito", come sempre brillante, appassionato e a tratti commovente. Egli ha presentato gli ospiti: Ezio Maria Izzo, Ordinario AFT SPI e IPA, protagonista e anima di Raggi nelle tenebre, e il Past President SPI e IPA Stefano Bolognini Poi, ha condiviso coi presenti le ragioni dell’Evento: mostrare ai più giovani cos’è una cura della mente umana che - proprio perché basata su caratteristiche di umanità che la psicoanalisi applicata esercita - è risultata altamente efficace e forse in ragione di ciò, violentemente ed illegalmente bloccata dalle stesse Istituzioni di competenza. Lo mostrerà uno dei protagonisti del docufilm - il paziente Eugenio, che nell’ospedale psichiatrico era sorvegliato a vista in quanto in grado di produrre atti gravemente autolesivi, e invece, una volta divenuto ospite della comunità cooperativa, pur avendo a disposizione più di un oggetto potenzialmente lesivo, non attentò mai più alla propria esistenza.
Dopo aver aperto la Giornata, Baldini ha spiegato il senso della complessa iniziativa titolata Sallo: favorire il dialogo tra i giovani e gli psicoanalisti attraverso una rivisitazione approfondita delle opere dei secondi ma anche dei primi: attività di studio e di condivisione gruppoanalitica in cui sono accompagnati da due psicoanaliste patentate e navigate, Donatella Lisciotto e Daniela (Dana) Scotto di Fasano.
Le giovani targate Sallo - Arianna Salerno e Maria Rosa Irrera - e Vicolo Cicala - Claudia Cardia, Viviana Centorrino, Chiara Frisone e Francesca Santacaterina - hanno proposto ai nostri emeriti Colleghi questioni, poesie e passioni; speranze di democrazia della mente e di cammino professionale. I nostri Colleghi sono stati come al solito, vieppiù coi nostri giovani, appassionanti e convincenti.
Queste le domande poste dalle colleghe di Vicolo Cicala: provando ad immaginare come un professionista della salute mentale possa superare l'impatto emotivo di una simile ingiustizia umana e professionale, abbiamo considerato che dalla Legge Basaglia ad oggi si è assistito ad un'evoluzione normativa e culturale dei sistemi di cura e di assistenza ai pazienti psichiatrici e alle loro famiglie al fine di ridurre le disuguaglianze e di promuovere un approccio più inclusivo ed equo per migliorare la salute fisica e mentale, insieme al benessere della comunità. In questo ambito si sono strutturati interventi integrati con progetti psico-sociali personalizzati volti alla ri-abilitazione, all'empowerment, alla partecipazione, alla capacitazione, al protagonismo, all'inserimento lavorativo dei soggetti fragili, favorendo la costruzione di un senso identitario grazie anche ad un processo di ricostruzione dei diritti di cittadinanza. Tuttavia, nonostante l'individuazione di Buone Pratiche, ci si chiede però come procedere per determinare salute e benessere psicologico in considerazione di come sono cambiate oggi le malattie mentali e della carente condivisione di tali tematiche in contesti come le scuole dove dovrebbero avvenire i processi di sviluppo e crescita comunitaria. Poi, la parola è passata alle colleghe di Sallo, che hanno ‘messo in scena’ un dialogo elaborato da Arianna Salerno e Maria Rosa Irrera, liberamente ispirato ad Aspettando Godot di Samuel Beckett:
ESTRAMIRO (brusco) Vieni qua, ti dico! (…). Perché sei venuto cosí tardi? (…) Hai un messaggio del signor G.?
RAGAZZO Sissignore.
ESTRAMIRO E allora parla. (…) Perché arrivi cosí tardi? (…) Lo sai che ora è?
RAGAZZO (indietreggiando) Non è colpa mia, signore!
ESTRAMIRO Allora sarà colpa mia!
RAGAZZO Avevo paura, signore.
ESTRAMIRO Paura di che? Di noi? (Pausa). Rispondi! Ho capito. Sono quegli altri che debbono avergli fatto paura. Da quanto sei arrivato?
RAGAZZO Da un bel po', signore.
ESTRAMIRO Hai avuto paura della frusta?
RAGAZZO Sissignore.
ESTRAMIRO Degli urli?
RAGAZZO Sissignore.
ESTRAMIRO Di quei due signori?
RAGAZZO Sissignore.
ESTRAMIRO Li conosci?
RAGAZZO Sissignore.
ESTRAMIRO Sei di queste parti?
RAGAZZO Nossignore.
ESTRAMIRO Sono tutte bugie! (Afferra il ragazzo per un braccio e lo scrolla) Dicci la verità!
RAGAZZO (tremando) Ma è la verità, signore!
[…]
ESTRAMIRO Sono cose che si dicono. (Pausa). Su, continua.
RAGAZZO (d'un fiato) Il signor G. mi ha detto di dirvi che non verrà questa sera ma di sicuro domani.
ESTRAMIRO Tutto qui?
RAGAZZO Sissignore.
ESTRAMIRO Lavori per il signor G., tu?
RAGAZZO Sissignore.
ESTRAMIRO E che cosa fai?
RAGAZZO Gli guardo le capre, signore.
ESTRAMIRO È buono con te?
RAGAZZO Sissignore.
ESTRAMIRO Non ti picchia?
RAGAZZO Nossignore, me non mi picchia.
ESTRAMIRO E chi è che picchia?
RAGAZZO Picchia mio fratello, signore.
ESTRAMIRO Ah! Hai un fratello?
RAGAZZO Sissignore.
ESTRAMIRO E che cosa fa?
RAGAZZO Guarda le pecore, signore.
ESTRAMIRO E perché non ti picchia, a te?
RAGAZZO Non lo so, signore.
ESTRAMIRO Ti deve voler bene.
RAGAZZO Non lo so, signore.
ESTRAMIRO Ti dà abbastanza da mangiare? (Il ragazzo esita). Ti fa mangiar bene?
RAGAZZO Abbastanza bene, signore.
ESTRAMIRO Non ti senti infelice? (Il ragazzo esita). Mi hai sentito?
RAGAZZO Sissignore.
ESTRAMIRO E allora?
RAGAZZO Non lo so, signore.
ESTRAMIRO Non sai se ti senti infelice o no?
RAGAZZO Nossignore.
ESTRAMIRO Nemmeno io. (Pausa). E dov'è che dormi?
RAGAZZO Nel granaio, signore.
ESTRAMIRO Con tuo fratello?
RAGAZZO Sissignore.
ESTRAMIRO Nel fieno?
RAGAZZO Sissignore. (…)
ESTRAMIRO Beh, va' pure.
RAGAZZO Che devo dire al signor G., signore?
ESTRAMIRO Digli... (Esitando) Digli che ci hai visti. (Pausa). Sei sicuro di averci visti, no? ”
Tale elaborazione ha immediatamente suggerito a Ezio Maria Izzo una profonda riflessione sulla imperdonabile scure che ha tagliato senza pietà a iniziative e esperienze così valide e soprattutto così terapeutiche.
Quindi la parola è stata offerta al pubblico che in entusiasmante coinvolgimento è intervenuto numeroso. Non a caso è stato segnalato che l'iniziativa descritta, che produrrà un seguito come tutte di Sallo, è nata a seguito di un carteggio tra la giovane Arianna e l'anziano Ezio che su Psicoanalisi e Sociale si sono conosciuti e scritti.
In conclusione vorremmo sottolineare l’importanza del docufilm “Raggi nelle Tenebre” nella trasmissione della testimonianza della storia della psichiatria in Italia. Testimonianza da tramandare ai più giovani che non hanno conosciuto la realtà cruda di allora. Alcuni non erano neanche nati. Così come della giornata organizzata dal Portale che, insieme a tante altre iniziative al suo interno, porta avanti un’operazione di divulgazione e di conoscenza della sofferenza psichica e del modo per affrontarla. Molto passi sono stati fatti da quelle immagini del documentario così drammatiche e tanti altri, insieme, se ne dovranno fare, perché la malattia mentale è anche una malattia sociale e per scongiurare che il malessere sociale non diventi una malattia mentale.