Esce in edizioni Routledge, [London 2024] il saggio di Alberto Angelini sul celebre cineasta russo.
Cinema and psychoanalysis in Soviet Russia.
Sergej M. Ejzenštejn, il grande regista russo, si interessò molto alla psicologia e alla psicoanalisi. Fu grande amico di Lev Vygotskij, fondatore della scuola storico culturale, e di Aleksandr Luria, capostipite della neuropsicologia, i quali, nei primi anni Venti, aderirono alla psicoanalisi, promuovendola in Russia. Luria fu presidente della Società Psicoanalitica di Mosca che vedeva, tra i suoi ranghi, molti giovani rivoluzionari entusiasti. Negli scritti di Ejzenštejn sul linguaggio cinematografico troviamo concetti psicologici di Vygotskij come l’agglutinazione e il monologo interno, che il regista ripropone, in altra forma, nella teoria del montaggio filmico. Rispetto alla psicoanalisi, Ejzenštejn s’interessò alla regressione: il fruitore dell’arte, anche cinematografica, deve regredire e insieme attivare la parte più matura della psiche. Nell’evocare ciò è la capacità dell’artista. Ejzenštejn fu amico di Hanns Sachs e conobbe Otto Rank, Sándor Ferenczi, Franz Alexander e Wilhelm Reich. Nel 1929 tenne una conferenza presso l’Istituto Psicoanalitico di Berlino, dove conobbe anche Kurt Lewin, uno dei fondatori della Gestalt. In URSS e negli USA ebbe due brevi esperienze di terapia a orientamento psicoanalitico. Purtroppo, con Stalin, la psicoanalisi fu accostata al trotskijsmo dai teorici del regime e, nella severa condanna che seguì, fu coinvolto anche Ejzenštejn. [Continua a leggere]
One of the most celebrated Russian directors, Sergei M. Eisenstein was deeply interested in psychology and psychoanalysis. He was a friend of Lev Vygotsky, founder of the Cultural Historical Psychology, and well acquainted with Aleksandr Luria, founder of neuropsychology. Both Vygotsky and Luria embraced psychoanalysis and promoted it within Russia in the 1920s. Luria was President of the Psychoanalytic Society of Moscow which hosted many brilliant young revolutionaries. Vygotsky’s notions of psychology can be traced in Eisenstein’s work on filmic language in the definition of the phenomenon of agglutination and in the idea of inner world. Eisenstein confronts with these notions from different perspectives in his theory on film editing. With concern to psychoanalysis, Eisenstein was particularly drawn by the issue of regression: art viewers must regress when experiencing art, cinema included, and in the process of regression they activate the most mature part of their psyche. It is the artist’s task to inspire this process. [Keep reading...]