Attualità e nuove sofferenze

Sul diritto dei figli delle coppie omosessuali di essere legalmente riconosciuti - una riflessione di Fabrizio Rocchetto

"La capacità di rispettare i “diversi”, di porre limiti a chi viola i diritti" di Fabrizio Rocchetto


Sul diritto dei figli delle coppie omosessuali di essere legalmente riconosciuti - una riflessione di Fabrizio Rocchetto

Sono uno psicoanalista e sono stato giudice onorario presso il Tribunale per i Minorenni di Roma. Ricordo una raccomandazione affettuosa che a me psicologo rivolse uno stimato giurista: “Ricordi, la Legge anche se può sembrarle sbagliata è la Legge”.


La recente registrazione del figlio di una coppia omosessuale da parte del Sindaco di Roma Gualtieri ha sollevato comprensibili proteste da parte delle forze politiche opposte che in questo periodo storico hanno la maggioranza a livello nazionale: la loro posizione è di “forza” perché sono state votate ed elette dalla maggioranza della popolazione. Questa è la democrazia e va rispettata. Sono quindi “schermaglie” dove sullo sfondo compare il tema del Diritto e costituisce pane per i denti dei giuristi sbrogliare la matassa. Nel frattempo il bambino, figlio di una coppia omosessuale, è stato registrato per la prima volta a Roma, ha ottenuto diritti e questo, come psicoterapeuta, nell’interesse del bambino e dei suoi genitori, ritengo sia una garanzia per la sua crescita emotiva anche se legalmente verrà contestato.


Questo episodio richiama il tema affrontato coraggiosamente da Marco Bellocchio nel film “Rapito” (2023): la storia di Edgardo Mortara che a 6 anni, nel 1858, venne sottratto a Bologna alla propria famiglia ebrea dall’autorità dello Stato Pontificio di cui era sovrano papa Pio IX – beatificato da Giovanni Paolo II -, perché era stato battezzato di nascosto e senza l’autorizzazione dei suoi genitori. Fu un caso clamoroso sul tema del Diritto dello Stato Pontificio e il diritto del bambino di crescere con la propria famiglia. Ancora una volta stupisce che la Chiesa Cattolica e parte dei cattolici su questo episodio come altri – solo ora incalzati cercano di collaborare per far scoprire cosa sia accaduto a Emanuela Orlandi, un diritto per i suoi familiari - abbiano taciuto e non si siano scusati. Si contesta il diritto a riconoscere la genitorialità alle coppie omosessuali ma non si contesta la scellerata sottrazione di un minore ai propri genitori per motivi religiosi come avvenuto nel caso Mortara.
Al mondo adulto oggi è chiesta capacità di essere ragionevoli ed equilibrati, di rispettare i “diversi”, di porre limiti a chi viola i diritti, di garantire i diritti stabiliti dalla Costituzione. Si tratta di questioni che hanno conseguenze per le generazioni future, per seminare e sostenere lo spirito di un’autentica democrazia. 

Nel rispetto della Legge a noi psicoterapeuti, psicoanalisti che viviamo la neutralità e il rispetto dell’altro nel nostro lavoro clinico, forse spetta esprimere il personale dissenso a livello sociale quando vengono compiute discriminazioni, affermare il diritto delle persone a vivere la propria affettività, sollecitare la collettività al rispetto e al riconoscimento del diritto affettivo, anche se può sembrare incompatibile con le leggi vigenti che vanno democraticamente e tempestivamente aggiornate per tutelare i diritti dei cittadini “Lgbtq+” di tutte le età.



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