Il 28 maggio 2023, organizzata dal portale Psicoanalisi e Sociale, si è svolta una stimolante e ricca mattinata dedicata alla salute mentale.
L’evento, interamente su zoom, ha visto coinvolti un centinaio di partecipanti attorno a Tre Strade Maestre: il prof Massimo Ammaniti, lo scrittore Daniele Mencarelli, e l’attuale presidente della Società Psicoanalitica Italiana Sarantis Thanopulos. L’originalità dell’incontro, fortemente voluto e ideato da Tito Baldini, presidente di Psicoanalisi e Sociale, sta nell’impianto innovativo condiviso insieme a Dana Scotto di Fasano e Donatella Lisciotto che hanno lavorato con due gruppi di giovani psicologi e psicoterapeuti in formazione psicoanalitica (Sallo a Roma e Vicolo Cicala a Messina) attorno ai temi dei libri di Mencarelli (“Tutto chiede salvezza” e “Fame d’aria”) e di Ammaniti (“Passoscuro”). La lettura dei libri ha infatti prodotto nei giovani delle riflessioni che sono state riportate durante l’incontro dando corpo ad un dialogo significativo e spesso toccante con gli Autori.
Per tutto il tempo dell’incontro si è avvertito un clima caloroso e vitale che andava consolidandosi sempre più creando un legame tra tutti i partecipanti attento, commosso e “rivoluzionario”.
Si, di “piccole rivoluzioni” si è infatti parlato col professor Ammaniti nel rievocare gli anni del suo lavoro al Padiglione VIII dell’ospedale Santa Maria della Pietà a Roma, dove venivano rinchiusi i bambini “matti”. Quelli legati ai termosifoni per intenderci, quelli che la notte dormivano legati ai loro lettini. Arriva potentemente il messaggio di Ammaniti, accompagnato nello stesso tempo da tanta delicatezza, sulla possibilità di cambiamento, di trasformazione della sofferenza di chi cura e di chi viene curato.
Lo stesso messaggio che giunge forte e chiaro da Thanopulos nella bella intervista che apre la giornata a cura delle psicologhe di Sallo (Giulia Cirenei) e di Vicolo Cicala (Rosalia Meo). Aldilà delle diagnosi psichiatriche, delle teorie, dell’approccio nosografico tout court, è derimente e assolutamente prioritario l’ascolto dell’Altro, del suo dolore, della sua gioia, l’attenzione per la grammatura delle sue emozioni, la partecipazione affettiva scevra tuttavia dall’emotivitá e dalla collusione, e la semplicità con cui tutto ciò dovrebbe avvenire: una capacitá non scontata e spesso assente nella società postmoderna.
Questo è anche il messaggio che proviene da Mencarelli che dalla sua sofferenza psichica ha sviluppato un atto creativo diventato scrittura. Romanzi scritti con parole “vere”, e sincere, che vanno dritte al cuore di chi legge e di chi ascolta. Parole anche dure, scomode, ma che impongono il coraggio del cambiamento, la magia dell’incontro quando è autentico.
È questo anche il compito della psicoanalisi che soprattutto “cura” e che non necessariamente “guarisce”, come ricorda il presidente della SPI, ponendo anche l’attenzione sull’importanza di riconoscere uno spazio per tutti, anche per coloro che vivono sfangando le ore accompagnati dalla loro sofferenza. E ponendo l’accento anche sulla significatività di quelle iniziative sul territorio, nei quartieri, nelle periferie- a volte piccoli gesti - indirizzate al benessere mentale dell’individuo, affinché il degrado sociale e dunque psichico venga ostacolato dalla “bellezza”.
Parole che ben si coniugano con quelle di Mencarelli racchiuse nella frase “Tutto richiede Salvezza”, che tanto emoziona.
È stato un felice dialogare tra giovani e non, un ricordare esperienze sul filo della storia della psichiatria, momenti pionieristici vissuti tra mille difficoltà ma carichi di quell’entusiasmo che ha accompagnato tutte le lotte civili fino all’analisi dell’attuale e troppo spesso precaria situazione in cui versano oggi molti servizi psichiatrici. È dunque possibile operare un cambiamento a favore del benessere della salute mentale e, dunque, della collettività? Si, se si fa assieme, come è avvenuto oggi, ognuno dalle proprie case e nelle proprie città, da tutta Italia. “Piccole rivoluzioni” si fanno attraverso “Grandi incontri”, come quello di stamani
tra persone che ancora ci credono, che lottano, che pensano.
Credo che sia compito dei più anziani, nonostante la stanchezza e la disillusione dell’età, non fermarsi. Mai. Trasmettere ciò che è stato per contribuire a ciò che sarà, e che “passa” di mano in mano, da noi ai più giovani, “esserci sempre” - come raccomanda Silvia Amati Sas anch’essa tra il pubblico presente. E, prendendo a prestito le parole di Paolo Perrotti, esserci “con amore e sempre nel presente".